Problemi Relazionali nell’Adolescenza: Insicurezze con i Coetanei e a Scuola

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In articoli diversi ho parlato di come le difficoltà relazionali in adolescenza sono legate in modo particolare al timore del giudizio degli altri.

I ragazzi che soffrono di più per via del giudizio negli altri tendono ad avere un’autostima fragile, che è una condizione che espone in modo particolare allo sguardo degli altri in quanto comporta che in questo sguardo si ritrovi, rispecchiata, un’immagine di sé negativa.
Il punto fondamentale è che questa immagine negativa di sé sta prima di tutto dentro al ragazzo stesso.

Problemi Relazionali nell’Adolescenza: insicurezza nel confronto con gli altri

Se nel contatto con gli altri si ritrova un’immagine così dolorosamente negativa di sé, evitare il contatto con gli altri significa tentare di non esporsi ad un’esperienza che non potrà che stuzzicare le parti più severe e intransigenti di sé.
Insomma, evitare gli altri significa evitare di pensare a quello che si crede che non vada bene dentro a se stessi, perché è lì che il contatto con gli altri porta il pensiero.
Essere esposti agli altri, per gli adolescenti con problemi relazionali, significa che

  • non essere invitati ad una festa
  • o non sapere con chi trascorrere un compleanno
  • viene percepito come un’inequivocabile prova della propria inadeguatezza.

A me succede sempre così. Meno ci pesnso e meglio è“.

Stare lontani dagli altri, però, non è solo un tentativo di limitare la propria sofferenza, ma è anche un tentativo attivo di costruire relazioni positive.
Questo può sembrare un controsenso, ovviamente, visto che abbiamo appena detto che gli adolescenti con problemi relazionali sembrano impegnarsi seriamente per tenersi lontani dagli altri (non vuole uscire di casa, sembra non avere amici).

Spesso però, nella solitudine, questi ragazzi cercano di creare le condizioni per diventare capaci di socializzare. Se sono soli da un punto di vista pratico, dentro di loro solitamente si sentono piuttosto assediati dagli altri.

Problemi Relazionali nell’Adolescenza: sentirsi assediati

L’assedio consiste in occasioni pratiche in cui si teme di sfigurare, come un amico che inviti ad uscire a cui non si sa cosa rispondere, ma anche nel fatto che il pensiero tenda a concentrarsi su questioni che riguardano l’amicizia, amore, i rapporti interpersonali, senza riuscire a figurarsi come se ne uscirebbe.
Allora questi adolescenti si arrabbiano, provano a non pensarci, denigrano i loro coetanei e l’idea stessa di uscire, principalmente con la funzione autoprotettiva di allontanare da sé idee spinose.

Non vedo come potrei avere successo con gli altri, meglio non pensarci“.

Contemporaneamente, però, di solito c’è anche un barlume di speranza nel fatto di poter, in qualche modo arrivare ad avere un buon rapporto con qualcuno di importante.
Bisogna silenziosamente fare appello a questa speranza, quando si prova ad aiutare un adolescente che sta così, perché è molto probabile che quell’adolescente stia provando a cercare dentro di sé i motivi della propria lontananza dagli altri.

Il caso della scuola

La scuola è spesso il teatro naturale di molte di queste difficoltà di socializzazione.

La scuola è un luogo dove si presentano spontaneamente molte occasioni di confronto, in quanto ci si trova a contatto

  • sia con dei coetanei con cui ci si trova coinvolti in situazioni in cui si mescolano relazioni, amicizia e rapporti sentimentali
  • sia con degli adulti da cui si può sperare di ottenere un riconoscimento della propria bravura e competenza
  • sia con un luogo che ha la funzione di offrire un affinamento delle competenze e, in particolare, di verificare che questa crescita stia effettivamente avendo luogo.

Alcuni ragazzi rischiano di avvertire una pressione così elevata da non riuscire ad investire nello studio e, a volte, da non riuscire a tollerare l’idea stessa di andare a scuola.
Queste risposte possono essere più o meno intense, sulla base delle capacità di resistenza di ciascun ragazzo e, soprattutto, dalla sua capacità di riuscire a scommettere che le cose potrebbero non andare in modo così catastrofico.

Si tratta di un’operazione dolorosa perché, per riuscire a stare con gli altri, questi ragazzi provano soprattutto a capire cosa non vada in loro.
Insomma, spesso questi adolescenti provano prima di tutto a individuare al proprio interno dei difetti vergognosi da estirpare, usando verso se stessi lo stesso tono sprezzante che in altre occasioni rivolgono agli altri.

Visto che questa operazione è tanto dolorosa, rischiano però di girare su se stessi senza trovare una soluzione, oscillando continuamente fra l’autoconsapevolezza e il legittimo desiderio di non pensare per evitare di soffrire.

Pian piano, soprattutto trovando attorno a se un ambiente familiare disponibile a non lasciarsi demolire dall’apparente indifferenza e dalle intemperanze del ragazzo, potranno sperimentare che quelli che percepiscono come dei difetti imperdonabili non impediscono agli altri di avere voglia di conoscere quello che c’è di buono in loro.
Insomma, bisogna che sentano che non c’è bisogno di aspettare di essere senza macchia per presentarsi al mondo.